Ginevra non è Roma, Fognini KO con Gojowczyk

A otto giorni dalla vittoria di Fabio agli Internazionali d'Italia, la situazione si ribalta completamente a Ginevra. Fognini non trova continuità, il tennis del tedesco fa più male e stavolta il 6-4 6-4 è in suo favore. Se ne va una bella chance per conquistare un altro titolo ATP. Ora l'importante è far bene a Parigi, dove Fabio ha un buonissimo tabellone.
Da 6-4 6-4 a… 6-4 6-4. Ma a parti invertite. Agli Internazionali d’Italia il duello fra Fabio Fognini e il tedesco Peter Gojowczyk era stato dell’azzurro, troppo motivato ad andare a prendersi il primo quarto di finale in carriera sui campi del Foro Italico, mentre solo otto giorni dopo a Ginevra, a un migliaio di chilometri di distanza, è cambiato tutto. Dovendo scegliere, è stato (molto) meglio che Fognini abbia vinto la partita romana, sia in termini di punti sia a livello di prestigio, ma quella gettata al vento in Svizzera resta comunque una grande occasione per conquistare un nuovo titolo ATP, visto che il numero uno azzurro sarebbe stato favorito anche nell’eventuale finale di sabato contro uno fra Johnson e Fucsovics. Ma Fognini è così, ormai lo conosciamo, e in fondo chi lo apprezza lo apprezza anche perché una settimana illude e l’altra delude, senza un vero perché. Sulla terra del Banque Eric Sturdza Geneva Open il grande problema di Fabio è stata la totale mancanza di continuità, che sarebbe stata invece fondamentale per tenere a bada un avversario sì inferiore, ma dai colpi pericolosi. Fognini se n’era già accorto a Roma, dicendo che avrebbe preferito non affrontare mai il tedesco sul cemento, applaudendone il servizio e rovescio piatto molto incisivo. Tuttavia, nel Masters 1000 romano era emersa la superiorità di Fabio nel palleggio, mentre al Tennis Club de Genève, situato all’interno del Parc des Eaux-Vives della città di lago svizzera, il (neo) 31enne azzurro ha pescato una brutta giornata e ha giocato il match che piace al tedesco, con scambi brevi, poca lotta e anche pochi momenti chiave, proprio come solitamente avviene sul cemento. Una situazione che ha dato a Gojowczyk le armi per conquistare la sua terza finale ATP in carriera.
A PARIGI CON UN BUON TABELLONE
L’esplosione del tedesco sulla terra ha dell’incredibile: fino agli Internazionali d’Italia nel circuito maggiore non aveva mai vinto una partita, poi si è sbloccato e ha infilato sei successi in due settimane. A Ginevra si era mostrato pericoloso battendo David Ferrer, e poi ha fatto fuori prima Seppi e poi un Fognini opaco, e in difficoltà sin dal primo game. Per assurdo, nelle fasi iniziali del match il ligure è sembrato più in palla dei giorni precedenti, ma la brillantezza ha rapidamente lasciato spazio a tanti errori e ad altrettante difficoltà a comandare gli scambi come piace fare a lui. Sul 3-2 in suo favore Fabio ha annusato la chance di conquistare il primo break del match, ma invece che portarsi avanti è stato presto costretto a inseguire, finendo lui sotto di un break. L’ha recuperato immediatamente, ma poi un altro brutto game ha regalato al tedesco la possibilità (sfruttata) di servire per il set. Stessa musica in avvio di secondo set: Gojowczyk ha provato ad allungare, Fabio l’ha ripreso, ma invece che reagire è andato di nuovo in difficoltà poco dopo, non riuscendo più a recuperare. Ci ha messo lo zampino anche un fastidio alla caviglia sinistra, che a metà del secondo set l’ha obbligato a chiudere l’intervento del fisioterapista per una fasciatura, ma l’impressione – con Roland Garros alle porte – è che non sia nulla di grave. Tuttavia, la sua resta una sconfitta che con un pizzico di attenzione in più si poteva evitare. Volendo a tutti i costi guardare il bicchiere mezzo pieno, la notizia positiva è che Fabio avrà qualche ora di riposo in più in vista del Roland Garros, dove gli è capitato il miglior tabellone da tanti anni a questa parte. L’importante è che non finisca come in Svizzera.

ATP 250 GINEVRA – Semifinale
Peter Gojowczyk (GER) b. Fabio Fognini (ITA) 6-4 6-4
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