Per una settimana è tornato di Ferru

A oltre un anno e mezzo dal suo ultimo titolo, David Ferrer torna a mettere la firma nel circuito ATP, conquistando per la terza volta lo Skistar Swedish Open di Bastad. In finale regola con un doppio 6-4 Dolgopolov e si conferma il più vincente dell’Era Open fra coloro che non hanno mai vinto uno Slam, con ben 27 titoli. La sua carriera ne meritava almeno uno?
In carriera David Ferrer ha vinto tornei più importanti dell’ATP 250 di Bastad, ha giocato sette finali nei Masters 1000, una al Roland Garros e – Federer a parte – ha battuto più volte tutti i campioni della sua epoca. Ma un’esplosione di gioia come quella mostrata dopo il successo svedese gli era capitata raramente. Di certo è un’emozione diversa dal solito: non ha solo aggiunto un titolo al suo palmarés, come ai tempi d’oro gli capitava più volte nell’arco della stagione, ma è tornato a vincere un torneo dopo oltre un anno e mezzo di digiuno, dimenticando per qualche ora che il meglio è alle spalle e non tornerà più, ma ricordandosi che può ancora essere competitivo. Alzando il trofeo dello Skistar Swedish Open ha finalmente trovato quelle conferme rincorse a lungo in 18 mesi di buio, che l’hanno visto sprofondare in classifica – oggi è numero 46, mai così indietro dal 2005 –, perdere un sacco di partite che un tempo avrebbe dominato ed entrare in crisi d’identità. Fisico e mente, logori dopo anni e anni ad altissimi livelli, gli hanno chiesto il conto e da un giorno all’altro è passato dal vincere tornei di un certo spessore a non arrivare più nemmeno in finale nei 250. Ha detto di non aver mai pensato al ritorno, ma vista la situazione pareva un’ipotesi da non scartare a priori, invece ha continuato a provare a costruirsi chance e ha avuto ragione. Si era capito a Wimbledon che qualcosa stava cambiando, con la vittoria al primo turno su Richard Gasquet, e il ritorno della terra battuta l’ha subito premiato. Il turning-point del suo torneo è arrivato nei quarti di finale: ha cancellato due match-point a Henri Laaksonen, l’ha spuntata al tie-break del terzo e poi ha battuto anche Verdasco e Alexandr Dolgopolov, domato in finale con un doppio 6-4.
LA SUA CARRIERA MERITAVA UNO SLAM?
Quando l’ucraino ha spedito largo l’ultimo diritto, chiudendo lì una rimonta che a suon di match-point salvati (ben sei!) l’aveva portato da 1-5 a 4-5, sul volto di “Ferru” è comparso un bel sorriso. Ha stretto la mano a Dolgopolov, è corso ad abbracciare il suo team, poi è uscito un attimo dal campo a prepararsi per la premiazione, e al ritorno aveva ancora stampato sul volto lo stesso sorriso, sincero, genuino, liberatorio, che basta da solo per capire quanto desiderasse tornare a vincere almeno un titolo. “Dopo quasi due anni senza titoli – ha detto lo spagnolo, al terzo titolo a Bastad dopo quelli del 2007 e del 2012 – sono felicissimo di essere tornato al successo. Sul 5-1 ho iniziato a pensare un po’ troppo e mi sono innervosito, mentre Alexander giocava senza pressione. Vado avanti settimana dopo settimana, match dopo match, ma ho ancora le motivazioni necessarie. So che sarà dura tornare fra i primi dieci del mondo, ma se resto competitivo come lo sono stato durante questa settimana giocherò sicuramente anche nel 2018. Mi diverte ancora giocare a tennis”. Vincendo la sua 52esima finale nel Tour – è il quinto fra i tennisti in attività, dietro ai soli Fab Four e con oltre venti finali di margine su Berdych, sesto – il 35enne di Javea sale a 27 titoli ATP in carriera, confermandosi il più vincente dell’Era Open fra coloro che non hanno mai conquistato un torneo del Grande Slam. Un dato che la dice lunga sul suo valore, e fa aumentare i rimpianti per una carriera che in un’altra epoca avrebbe potuto dargli molto di più. Se a vincere uno Slam, restando in Spagna, ci sono riusciti Moya, Ferrero e Costa, vien da pensare che senza i Fab Four tra le scatole ce l’avrebbe fatta anche lui, con pieno merito. Nel frattempo, a conferma dell’età media del Tour in costante aumento, il titolo dello spagnolo ha reso il 2017 il secondo anno, sui quaranta dell’Era Open, con almeno quattro over 35 vincitori di titoli. Oltre a lui ce l’hanno fatta Federer, Lopez ed Estrella Burgos, e c’è un certo Paolo Lorenzi che ha tanta voglia di aggiungersi all’elenco.

ATP 250 BASTAD – Finale
David Ferrer (ESP) b. Alexandr Dolgopolov (UKR) 6-4 6-4
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