I GRUGNITI NON DISTRAGGONO
Non era facile venire a capo della Sabalenka, anche perché la bielorussa può distrarre con il suo violento grunting, non meno rumoroso di quello di Maria Sharapova o Victoria Azarenka. Gli strilli di Aryna sono stati accolti da sorrisi morbidi, quasi ironici. “Sapevo che avrebbe fatto rumore, ma era più forte di quanto pensassi” ha detto la Barty, uscita ammaccata ma indenne. Il punteggio dice 6-7 6-4 6-4: non è mai andata davvero vicino alla sconfitta, ma dopo aver bruciato un break di vantaggio nel primo set (3-0), ed essere stata avanti 2-0 nel secondo, si è trovata in svantaggio 7-6 3-2. Il clima si era fatto pesante, scosso solo dagli strilli della Sabalenka. Il pubblico rumoreggiava, la giudice di sedia invitava al silenzio, e la gente replicava imitando i grugniti della Sabalenka. La Barty ha vinto perché è rimasta calma, non ha perso lucidità e ha saputo tenere per sé l'orda emotiva tipica di chi ha conosciuto i sentieri della depressione. Nel terzo set, le è bastato un break al terzo game e tanta attenzione per portare a casa il successo. La Sabalenka prende tanti, troppi rischi. Nei tornei non è come in Fed Cup, dove il pacioso Edouard Dubrou ne contiene gli ardori. E allora si espone a tanti errori. Oggi è numero 66 WTA e salirà in fretta, secondo l'ex giocatore bielorusso Alexander Vasilevsky può addirittura chiudere l'anno tra le prime 10. Ma oggi la stellina si chiama Barty, e davvero non poteva deludere la sua gente. “Ho avuto bisogno di un po' di tempo per adattarmi ai suoi schemi, capire dove avrebbe colpito”. A quanto pare, i grugniti della Sabalenka sono stati un fattore. “Non la conoscevo bene, ma il mio allenatore l'aveva visionata – racconta la Barty – per me non è stata una fonte di distrazione e non mi ha irritato in alcun modo. Se una cosa così piccola è in grado di distrarre, significa che hai un problema. Io ero preparata”.