LA SPERIMENTAZIONE A MILANO
Rendendosi conto che i momenti di tensione lo portavano a servire troppo in fretta, Rusedski iniziò ad utilizzare l'asciugamano con l'obiettivo di prendere tempo e mettere ordine nei pensieri. In poco tempo è diventata una routine per molti giocatori. Quando fa particolarmente caldo, Rafael Nadal ne porta addirittura due, uno per ciascuno dei raccattapalle a fondocampo. All'inizio, i giocatori raggiungevano autonomamente l'asciugamano lasciato da qualche parte a bordocampo, poi hanno iniziato a chiederlo ai raccattapalle. Col tempo, le modalità sono diventate sempre più sgarbate: basta un cenno col dito e il raccattapalle capisce di dover porgere l'asciugamano al giocatore. A parte l'evidente problema di igiene, molti tennisti pretendono che l'asciugamano venga portato già aperto, pronto all'uso. Da lì al brutto gesto di Verdasco, il confine è sempre più sottile. Al di là del fatto specifico (una multa sarebbe stata la punizione corretta, oltre all'obbligo di scuse nei confronti del ragazzino), diventa importante stabilire delle regole. Per questo, va accolta con favore la norma che l'ATP sperimenterà alle Next Gen Finals di Milano: a bordocampo ci sarà uno spazio apposito per gli asciugamani, in cui i giocatori dovranno obbligatoriamente lasciarli e – soprattutto – dovranno prenderli per conto proprio. Va detto che l'ATP non lo fa a tutela dei raccattapalle. Ufficialmente la ragione è l'igiene (giusto), ma probabilmente c'è un intento diverso: con l'obbligo di prendersi l'asciugamano da soli, i tennisti non lo faranno dopo ogni punto e lo sviluppo degli incontri sarà ancora più rapido. Ma va bene così: qualsiasi sia la ragione, almeno a Milano non vedremo più scene come quella di Shenzhen. Con la speranza che diventi una norma in tutto il circuito. Quanto a Verdasco, l'errore ci può stare. Ma avrebbe dovuto avere l'umiltà di chiedere scusa, magari pubblicamente, anziché bloccare su Twitter gli account di alcuni addetti ai lavori che avevano fatto notare il suo gesto.