QUINTO SET DA FAVOLA
Ma alla fine ha vinto lui: “E mi sono divertito, perché ero su uno dei campi più belli del nostro sport, con un grande avversario, grande pubblico, quinto set, ottimo livello”. Mentre Rafa era in campo, Kevin Anderson metteva fine alla corsa di Roger Federer (“Nessuno può vincere sempre, neanche lui” ha chiosato Rafa), mentre lui ha evitato il capitombolo grazie alle solite armi: tenacia, potenza, intensità, condizione atletica impressionante se relazionata ai suoi 32 anni. Con un dettaglio in più: un sapiente utilizzo della smorzata. L'aveva usata con efficacia anche a Parigi, stavolta gli è servita per far correre in avanti l'imponente stazza di Del Potro. “E se è giocata bene, il secondo rimbalzo arriva molto in fretta”. Neanche il tempo di gioire e c'è un altro big match all'orizzonte, contro Novak Djokovic. Sarà il 52esimo scontro diretto, la rivalità con più episodi nell'Era Open. “L'unica nota negativa di oggi è che sono rimasto in campo per quasi cinque ore, quando forse avrei potuto ridurre la mia permanenza in campo” ha detto Rafa, che però ha abituato a recuperi ai limiti del miracolo. In vista della semifinale di venerdì, i bookmakers danno leggermente favorito Djokovic, forse condizionati dalle fatiche odierne di Nadal. Fatiche di qualità, benedette da Andy Murray, commentatore d'eccezione per la BBC. A suo dire, il quinto set è stato uno dei più belli che abbia mai visto. Preso il break decisivo nel quinto game, Rafa lo ha portato fino alla fine, sia pure concedendo diverse occasioni a Del Potro. Bravo lui, ma generoso Delpo nello sbagliare alcuni dritti che solitamente tiene in campo. Ma l'erba, si sa, nasconde insidie su ogni palla. Anche la più innocua.