Enrico Burzi è la risposta vivente a chi pensa che tennis e padel non possano andare di pari passo. Bolognese, classe 1981, è stato un ottimo professionista della racchetta. Numero 256 ATP nel 2012, avrebbe potuto salire ancora più in alto: “Ho iniziato a giocare i Futures troppo tardi, a 23 anni: non ero stato ben indirizzato. Tra maestri che non credevano troppo in me, poca convinzione e gli studi all'università, ho perso un po' troppo tempo”. Parallelamente al tennis, il bolognese ha portato avanti una passione sfrenata per il padel. Terminata l'attività internazionale, fa la spola tra Italia e Spagna e gioca in Serie A sia a padel che a tennis. La sua profonda conoscenza della disciplina, nonché della “sacra” realtà spagnola, lo rende un interlocutore particolarmente prezioso.
Come è nata la tua passione per il padel?
Circa 20 anni fa. Mi avvicinai tramite un amico con cui giocavo a tennis, poi la passione è gradualmente cresciuta negli anni. Recandomi spesso in Spagna, durante le vacanze estive mi capitava di giocare. È sempre stato un hobby nel tempo libero. Se giochi a tennis, all'inizio il padel non ti piace. Non capisci, sei abituato al tuo sport. Hai bisogno di 5-10 allenamenti, ma appena entri nella giusta mentalità diventa una droga
Per anni hai giocato solo per diletto, privilegiando il tennis. Se avessi scelto il padel, a che livelli saresti arrivato?
Non vorrei sembrare presuntuoso, ma parecchio in alto. Nella vita può succedere di tutto, ma credo che avrei potuto raggiungere grandi traguardi anche se avessi smesso un po' prima con il tennis. Anche adesso, pur non essendo professionista, mi capita di giocare ad alti livelli. Quando mi trovo a Murcia affronto sempre avversari molto forti. La scorsa settimana, insieme a un ragazzino di 17 anni (tra i più forti nella sua categoria di età), abbiamo perso 6-4 7-5 contro due professionisti del World Padel Tour. Ancora oggi recriminiamo per qualche occasione perduta.
Il tuo legame con il padel non si limita all'attività sul campo...
Vero. Tempo fa, con i miei amici storici del padel di Bologna avevamo gestito alcuni campi, rendendoci conto che andava alla grande. In quel periodo abbiamo preso contatti con alcune aziende, così tre anni e mezzo fa abbiamo aperto un sito internet (www.racsport.it) per la vendita del materiale. Il gioco si stava diffondendo e in Italia non era semplice trovare l'attrezzatura: quasi tutti i negozi si trovavano in Spagna e non spedivano ancora in Italia. Il business va benino, anche se non è la nostra attività principale. Nella vita facciamo altro: se ci avessimo dedicato più tempo, sarebbe andato ancora meglio. Per noi è una passione.
Quanto tempo trascorri sul campo?
Difficile rispondere, vado a periodi. In Italia faccio un po' fatica perché non ho molte persone con cui giocare. Mi sposto tra Bologna e Roma, senza dimenticare che gioco ancora a tennis, sia nella A2 italiana che nella Bundesliga in Germania. Anche quando mi trovo in Spagna mischio un po' le due attività. Diciamo che faccio 2-3 mesi di padel e 2-3 mesi di tennis.