Marco Caldara - 11 October 2018

Federer vince, ma i dubbi restano

Roger Federer vince e conquista i quarti di finale a Shanghai, ma le sue prestazioni continuano a lasciare parecchie perplessità. Contro Bautista Agut si addormenta quando il successo sembra in cassaforte, e solo la classe e il cognome gli permettono di vincere un incontro che si complica parecchio. Per battere Nishikori servirà un altro Federer.

Anche Roger Federer sbaglia. Mercoledì, nel parlare dell’imminente duello contro Roberto Bautista Agut, il campione di Basilea aveva detto di aspettarsi molti scambi lunghi, monito sulle possibili insidie nascoste da un avversario che in realtà aveva battuto sette volte su sette, e sempre senza cedere un set. Invece, il loro duello agli ottavi di finale del Masters 1000 di Shanghai si è giocato soprattutto sugli scambi brevi. Teoricamente sono il terreno di conquista preferito di Federer, in realtà – almeno oggi – si sono rivelati un vantaggio per lo spagnolo, capace di mettere a nudo le stesse difficoltà che il numero 2 del mondo aveva già palesato nel corso dell’estate. Fino a quando va tutto bene, riesce a mascherare i problemi grazie a classe e servizio, ma quando c’è da lottare il suo rendimento cala vertiginosamente. La buona notizia è che Roger ha vinto, per 6-3 2-6 6-4, e si è guadagnato un posto ai quarti di finale dove se la vedrà con Kei Nishikori, ma il tono della sua prestazione lascia parecchie perplessità, specie per il modo in cui è andato in crisi alla prima difficoltà. Fino al 6-3 1-0 e servizio stava filando tutto liscio, poi mister 20 Slam si è bloccato, ha smarrito quattro game, perso il servizio tre volte in quattro turni (con lo 0% di punti vinti con la seconda nel secondo set) e si è ritrovato a sudare al terzo set, col rovescio in panne e contro un avversario che ha capito il momento e si è preso conto che stavolta si poteva fare per davvero. Il fatto che Federer abbia perso 54 dei 100 punti (su 172 totali) durati da uno a quattro colpi è la dimostrazione del poco aiuto ricevuto dalle sue solite armi, specie contro un giocatore – finalista a Shanghai nel 2016 – che non ha certo negli scambi brevi la sua specialità. Eppure ne ha vinti di più lui, in un match al contrario che Roger ha portato a casa perché – statistiche alla mano – è stato invece superiore quando lo scambio si è allungato.

QUANDO IL GIOCO SI FA DURO, ROGER FATICA
Se c’è una cosa che Federer ha fatto bene malgrado le difficoltà, vuoi per la fiducia che ripone nel suo tennis, vuoi per l’esigenza di scambiare il meno possibile per evitare di perdere energie preziose, è stato quello di attuare un piano estremamente offensivo per tutto il terzo set. Ha continuato ad attaccare ogni volta che ne ha avuto la possibilità, combattendo un atteggiamento tendenzialmente negativo con qualche “komm jetzt”, come quello che ha accompagnato la palla-break in avvio di terzo set. Tuttavia, il trentenne di Castellon de la Plana gliel’ha cancellata con coraggio e nel secondo game la chance per scappare l’ha avuto lui, dopo la paura per una botta al gomito dovuta a uno scivolone su un contropiede di Federer. Fortunatamente, lo svizzero ha fatto buona guardia e poi ha iniziato a tenere con facilità almeno i turni di battuta, aspettando una chance in risposta. È arrivata sul 4-4, quando un errore di un giudice di linea ha obbligato lo spagnolo a ripetere un punto praticamente già vinto sul 40-40 (ma la chiamata è arrivata insieme al colpo di Federer: da regolamento Cedric Mourier si è comportato correttamente), Federer l’ha giocato meglio e si è preso una palla-break. L’ha vanificata con una pessima risposta di rovescio, ma dopo aver cancellato al rivale altre due palle game se n’è guadagnata una seconda, stavolta la risposta è stata decisamente migliore e un diritto vincente ha siglato il break decisivo. Dopo il cambio di campo, un turno di battuta a zero gli ha dato il successo, siglato in un’ora e 52 minuti che lasciano più dubbi che sicurezze. Pretendere che tutti gli incontri filino via lisci è impossibile, specialmente col passare dei giorni, e il Federer degli ultimi mesi non sembra così in grado di farsi trovare pronto quando c’è bisogno di fare a spallate. Gli avversari se ne sono accorti, e Nishikori ha il tennis per approfittarne.

MASTERS 1000 SHANGHAI – Ottavi di finale
Roger Federer (SUI) b. Roberto Bautista Agut (ESP) 6-3 2-6 6-4
Kei Nishikori (JPN) b. Sam Querrey (USA) 7-6 6-4
BornaCoric (CRO) b. Juan Martin Del Potro (ARG) 7-5 ritiro
Mattew Ebden (AUS) b. Peter Gojowczyk (GER) 6-2 6-3
Kyle Edmund (GBR) b. Nicolas Jarry (CHL) 7-6 6-3
Alexander Zverev (GER) b. Alex De Minaur (AUS) 6-1 6-4
Kevin Anderson (RSA) b. Stefanos Tsitsipas (GRE) 6-4 7-6
Novak Djokovic (SRB) b. Marco Cecchinato (ITA) 6-4 6-0

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