Djokovic fra Agassi e Nadal
Scatta domani il Masters 1000 di Miami, secondo appuntamento stagionale di categoria. Ognuno dei Fab Four ha almeno un motivo importante per puntare al titolo. Mentre tutti gli altri vogliono interrompere un dominio ancor più solido che negli Slam.
Navratilova contro Djokovic, e propone il boicottaggio
Seppur con parole decisamente più delicate rispetto a Raymond Moore, anche Novak Djokovic ha detto la sua sul discorso del montepremi, spiegando come non sia corretto che uomini e donne guadagnino gli stessi soldi, in relazione alla mole di pubblico (e introiti) che sono in grado di attirare. Un pensiero assolutamente comune fra i giocatori del circuito maggiore, che puntualmente salta fuori almeno una volta all’anno, prima di tornare in letargo. Ma stavolta, visto il tono di Moore – le cui parole gli si sono rivolte contro portandolo alle dimissioni – è probabile che il dibattito si allarghi e tenga banco per un po’. Fra tutte le voci intervenute sull’argomento c’è anche quella di Martina Navratilova, che si è detta delusa dalle parole di Novak Djokovic, e ha addirittura proposto un boicottaggio delle giocatrici al torneo di Indian Wells. “Pensavo che quello dei montepremi fosse un problema ormai superato – ha detto la pluricampionessa Slam – ma evidentemente Djokovic non ha capito che quando uomini e donne giocano nei tornei combined devono essere premiati allo stesso modo. Siamo arrivate sin qui senza l’aiuto degli uomini, continueremo su questa strada”.
Raymond Moore la paga cara, arrivano le dimissioni
C’era da aspettarsi che le parole di Raymond Moore, CEO di Indian Wells, avrebbero avuto delle conseguenze pesanti. All’indomani di dichiarazioni che screditano il tennis femminile, attraverso un comunicato di Larry Ellison, patron dell’evento, l’amministratore delegato e direttore del torneo ha rassegnato le sue dimissioni, probabilmente dopo aver capito di aver perso la fiducia di molti. “Oggi ho parlato con Ray – ha detto Ellison – che mi ha comunicato la volontà di dimettersi. Supporto pienamente la sua decisione. Nel tennis femminile sono stati raggiunti grandi risultati, e siamo fieri di poter avanti da oltre dieci anni la parità di montepremi fra i due tabelloni”. Facile immaginare sia stato lo stesso Ellison a far pressione per il suo addio: in un momento in cui gli obiettivi sono di primissimo livello, certe cadute di stile vanno evitate nella maniera più assoluta.
Ray Moore la paga cara, arrivano le dimissioni
C’era da aspettarsi che le parole di Raymond Moore, CEO di Indian Wells, avrebbero avuto delle conseguenze pesanti. All’indomani di dichiarazioni che screditano il tennis femminile, attraverso un comunicato di Larry Ellison, patron dell’evento, l’amministratore delegato e direttore del torneo ha rassegnato le sue dimissioni, probabilmente dopo aver capito di aver perso la fiducia di molti. “Oggi ho parlato con Ray – ha detto Ellison – che mi ha comunicato la volontà di dimettersi. Supporto pienamente la sua decisione. Nel tennis femminile sono stati raggiunti grandi risultati, e siamo fieri di poter avanti da oltre dieci anni la parità di montepremi fra i due tabelloni”. Facile immaginare sia stato lo stesso Ellison a far pressione per il suo addio: in un momento in cui gli obiettivi sono di primissimo livello, certe cadute di stile vanno evitate nella maniera più assoluta.
Ecco un altro coach illustre: Wilander allenerà la Keys
A sei anni dall’addio alla panchina svedese di Coppa Davis, che l’aveva impegnato dal 2003 in poi, Mats Wilander torna a lavorare direttamente nel mondo del tennis. A dir la verità non ne era mai uscito, conducendo negli Slam la nota trasmissione “Game, Set & Mats” per Eurosport, ma era dal 2010 che non ricopriva il ruolo di coach o allenatore. Tornerà a farlo da Miami in avanti, dopo aver detto “sì” alla chiamata della statunitense Madison Keys, in cerca di una svolta dopo non essere riuscita a confermarsi agli stessi livelli della splendida semifinale dell’Australian Open 2015. “Insieme a Serena Williams – ha dichiarato al portale svedese Expressen – Madison è la giocatrice che colpisce più forte del circuito, e io spero di aiutarla a fare ulteriori progressi. Ha un grande potenziale”. Lo svedese, vincitore in carriera di sette tornei del Grande Slam, in passato ha seguito principalmente Marat Safin, Wayne Ferreira e Paul-Henri Mathieu. Quella con la Keys non sarà la sua prima esperienza ad alti livelli nel circuito femminile: in passato ha allenato anche Tathiana Golovin, l’ex stellina francese che si ritirò nel 2008 ad appena 20 anni, dopo aver raggiunto la dodicesima posizione del ranking WTA.
Coria cerca talenti col programma “Nuestro Tenis”
“L’obiettivo? Creare un gruppo di giocatori che possa ottenere risultati migliori dei nostri”. Per “nostri” si intende quelli della splendida generazione di argentini dei primi anni 2000, visto che a parlare è Guillermo Coria, portavoce del nuovo programma “Nuestro Tenis” lanciato dall’AAT, con l’appoggio del Ministero dello Sport argentino. Il progetto, presentato nei giorni scorsi, ha l’obiettivo di sviluppare il tennis nei ragazzi della fascia d’età che va dagli 8 ai 16 anni, formando i giocatori come gli allenatori, e soprattutto organizzando programmi di alto rendimento. Il Paese è stato diviso in dieci regioni, così da poterlo controllare meglio dal team di sviluppo capitanato dallo stesso Coria, che si avvarrà anche della collaborazione dell’ex davisman Eduardo Schwank e del capitano dell’albiceleste Daniel Orsanic. “So quanto è importante essere seguiti nel modo giusto – ha detto Coria, numero 3 ATP nel 2004 – e nella mia carriera ho imparato tante cose, specialmente dai miei errori. Nel tennis la strada è lunga e difficile, sono felice di poter trasmettere la mia esperienza su scala nazionale, e non più solo nella mia accademia di Rosario”. Al centro del suo progetto anche tanta attenzione nei confronti dei genitori, sui quali è necessario fare un lungo lavoro. “Alcuni sostengono i ragazzi appesi alle reti, ed è triste vederli urlare quando i loro figli sbagliano. Dobbiamo lavorare e offrirgli degli strumenti che ci permettano di limitare il problema”.
Il gentile omaggio di mister Federer
Il rientro di Roger, e la presenza di altri due top ten come Ferrer e Suarez-Navarro, fanno un bel regalo agli organizzatori del Miami Open. A Key Biscayne hanno un sacco di problemi, ma rispetto a Indian Wells vantano due tabelloni migliori. Li abbiamo analizzati.
Quattro giocatori italiani fra i “laureati" dell’ATP
Come ogni anno, alla vigilia del Masters 1000 di Miami ha avuto luogo l’Università dell’ATP, un percorso di formazione della durata di tre giorni, con tanto di diploma finale, al quale tutti i giocatori della ‘Division 1’ (aperta ai top 200 in singolare e i top 100 in doppio) sono invitati a partecipare. Il meeting serve a informare i giocatori sulle operazioni dell’ATP e su tanti aspetti importanti della vita del tour. A Miami erano in sedici, da dieci nazioni diverse, fra i quali i giovani talenti Chung, Fritz, Edmund e Nishioka e pure quattro azzurri: Luca Vanni, Andrea Arnaboldi, Roberto Marcora e Stefano Travaglia. Sono stati ‘istruiti’ su 14 temi diversi, fra i quali anti-corruzione, anti-doping, ritiri e altro. “È stata un’esperienza molto formativa – ha detto Fritz –, credo che converrebbe farla a tutti i giocatori”.
Indian Wells è scatenata!
Nonostante un calo di spettatori, il primo negli ultimi dieci anni, il BNP Paribas Open promette migliorie importanti (interventi al centrale, museo, terzo stadio e hotel in loco) e insiste: “I Masters 1000 sono diversi tra loro: perché non creare i Masters 2000?”
Miami, Raonic in dubbio: “problema da valutare”
Dopo il 6-2 6-0 con cui Novak Djokovic l’ha obbligato alla terza sconfitta in altrettante finali nei Masters 1000, Milos Raonic ha parlato in conferenza stampa del problema alla gamba che l’ha parecchio limitato nel corso della finale. Ha spiegato di aver iniziato ad avvertire un fastidio dopo pochi game, senza riuscir bene a capire di cosa si trattasse. “Devo parlare con lo staff medico del torneo – ha detto – e poi valutare la situazione con il mio team”. Il problema potrebbe essere lo stesso accusato all’Australian Open, che l’ha obbligato a una quarantina di giorni di stop dopo la semifinale con Murray. “Sembra simile, ma credo non sia così grave”, ha chiuso Milos, fortemente in dubbio per l’imminente torneo di Miami. Dopo il bye del primo turno, l’allievo della coppia Raonic-Piatti dovrebbe esordire contro uno fra Kudla e Chung.
Moore, che gaffe: “La WTA vive sulle spalle dell’ATP”
Nella conferenza stampa di fine torneo, il CEO di Indian Wells Raymond Moore ci è andato giù pesante con il circuito WTA, reo – a suo dire – di vivere della luce riflessa dal Tour maschile. “In una vita futura – ha detto – vorrei essere qualcuno della WTA, perché vanno avanti sulle spalle degli uomini. Se fossi una giocatrice mi metterei in ginocchio ogni sera e ringrazierei Dio che sono nati Federer e Nadal, che hanno portato avanti questo sport, come ora stanno facendo Djokovic, Murray e altri”. La battaglia uomini-donne è stata più volte toccata, specialmente nell’ambito della parità di montepremi (che a Indian Wells esiste), ma mai il direttore di un torneo – e che torneo! – se n’era uscito con parole così pesanti nei confronti del circuito femminile. Accortosi della gaffe, Moore ha corretto il tiro in un comunicato (“ho fatto dei commenti di cattivo gusto e sono davvero dispiaciuto”), ma non è difficile capire che le sue reali opinioni siano le prime. La questione ha scatenato varie reazioni, fra il divertito (con il solito Stakhovsky che ha twittato “non sapevo che Moore puntasse alla presidenza ATP”) e il seccato. Victoria Azarenka l’ha definito un comportamento molto triste, mentre Serena Williams è entrata nel dettaglio della questione sessista, difendendo quanto di buono fatto negli ultimi anni dalla WTA e dalla donne del circuito. “Sono sorpresa di leggere certe cose nel 2016, dopo tutto quello che noi donne abbiamo fatto. Lo scorso anno la finale dello Us Open è andata sold out prima di quella maschile. Prima di fare certi commenti bisognerebbe informarsi correttamente”. Probabile che la questione non finisca qui.
Nadal a Porto Rico: sfida Estrella in un'esibizione
Questo lunedì 21 marzo sarà un giorno importantissimo per la storia tennistica di Porto Rico, nel nord est del mar dei Caraibi. Sull’isola sbarcherà niente meno che Rafael Nadal, che approfittando dei tre giorni di pausa prima di Miami ha detto “sì” a un match benefico d’esibizione, nel quale affronterà Victor Estrella al Coliseo José Miguel Agrelot. Inizialmente il suo avversario sarebbe dovuto essere Pablo Andujar, ma lo spagnolo si è recentemente operato al gomito, e gli organizzatori hanno ripiegato su Estrella, peraltro molto popolare da quelle parti in quanto proviene dalla vicina Repubblica Dominicana. Nadal sarà prima a disposizione anche per un clinic con circa 250 bambini di Porto Rico, poi scenderà in campo alle 20, prima di ripartire in direzione Miami, dove cercherà di confermare i progressi mostrati a Indian Wells.
Alizè Cornet sta bene: in campo già a Miami
Un mese fa, a causa di un edema osseo alla schiena, Alizè Cornet si era fermata per dei consulti medici. Risultato? Stop da uno a sei mesi, da valutare col passare dei giorni. A quanto pare hanno vinto i dottori più ottimisti, visto che con un messaggio sui propri profili social la tennista francese ha annunciato il proprio rientro in campo già al Premier Mandatory di Miami, al via martedì. “Sto di nuovo bene e sono felicissima di tornare in campo”, il suo messaggio in fan, che la vedranno esordire in California contro la kazaka Galina Voskoboeva. Il torneo di Miami sancirà anche il rientro del Tour di Karin Knapp, ai box dallo Us Open per un problema al ginocchio che ha reso necessaria l’operazione. Al primo turno la tennista altoatesina se la vedrà con la belga Yanina Wickmayer. I'm so happy to let you know that I'll be back on court for the @MiamiOpen next week #backontour #WTA #Miami pic.twitter.com/c21RwW2agV — Alize Cornet (@alizecornet) 20 marzo 2016
Vai, Vika! Può essere il tuo anno
Victoria Azarenka stravince a Indian Wells, dominando la Williams con un match stratosferico. Chiude 6-4 6-4 e mostra le sue ambizioni: con Serena che torna a perdere due finali di fila dopo 12 anni, e la Sharapova fuori dai giochi, la bielorussa può sognare.