LE SCELTE GIUSTE DI VENUS
Una (dolce) confusione psicologica che però non ha mostrato sul campo, sgretolando alla distanza la resistenza della Vandeweghe, battuta 6-7 6-2 6-3 in un match giocato sotto il sole della Rod Laver Arena. Qualche bookmaker aveva addirittura dato per favorita la bionda californiana, forse accecato dalle ultime prestazioni (nove game lasciati in quattro set a Kerber e Muguruza). In effetti Coco entrava meglio in partita: era lei a comandare con due fondamentali che sembrano presi in prestito dal circuito ATP. In particolare, il dritto viaggia a velocità supersoniche, peraltro aiutato dalla rapidità del plexicushion steso nel 2017 sui campi australiani. Lo scambio di break in avvio dava il là a una partita fedele ai turni di servizio, anche se c'era sempre la sensazione che Coco facesse più male. Quando poteva piazzare i piedoni senza correre troppo, poi, era devastante. Il 7-3 del tie-break era la logica conclusione. Ma Venus è stata lucida nel cambiare tattica, cercando con più insistenza il rovescio dell'avversaria, anche a costo di giocare con più frequenza il dritto a uscire, colpo che non è tra i suoi preferiti. Il secondo e il terzo set, sia pure con qualche sfumatura, hanno avuto lo stesso andamento: i punti importanti li intascava tutti Venus, brava a servire bene quando contava, e a fare la scelta giusta al momento giusto. Con la sua carnagione chiara, Coco si è sciolta come neve al sole pur provando a lottare. Ma ha sciupato troppe occasioni. Il break intascato in avvio è rimasto l'unico di tutta la partita, eppure ha avuto la bellezza di 13 palle break. Alcune le ha giocate bene Venus, in altre ha pasticciato lei. Nel secondo ha avuto diverse chance sull'1-4 e poi sul 2-5, ma non ne ha sfruttata neanche una. Stessa storia nel terzo set. Dopo il break in avvio, Coco si è trovata 15-40 sul servizio di Venus nel secondo game, ma ha sparacchiato un rovescio nella prima palla break e ha incassato un dritto vincente della Williams sulla seconda. Sarebbe stata l'ultima.