Angelique tiene i piedi per terra, ma può sognare

Angelique Kerber è la testa di serie più alta rimasta in gara nella parte alta del tabellone di Wimbledon, e ha conquistato gli ottavi giocando un match perfetto contro Naomi Osaka. L'ex numero uno del mondo dice di badare solo a se stessa e non ai risultati delle altre, ma ha una chance concreta per arrivare in fondo. A partite dal confronto con una ritrovata Belinda Bencic.
Se Karolina Pliskova non si fosse salvata a due punti dalla sconfitta contro Mihaela Buzarnescu, la testa di serie più alta negli ottavi di finale del torneo di Wimbledon sarebbe Angelique Kerber, numero 11. Invece la Pliskova ci sarà, e c’è anche il grande spauracchio Serena Williams (prossima avversaria della ceca), ma per ora né la prima né la seconda rientrano fra le preoccupazioni di Angelique, visto che la tedesca è nella parte alta del tabellone, e dopo la caduta di Simona Halep ha una grande chance di andare fino in fondo. E non solo perché il tabellone è rimasto orfano delle principali favorite, ma anche perché lei sta giocando davvero alla grande. Se n’è accorto oggi il pubblico del Centre Court, meno numeroso del solito perché il duello fra la tedesca e Naomi Osaka si è giocato in concomitanza con Inghilterra-Svezia dei mondiali di calcio, che ha restituito agli inglesi una semifinale ottenuta solo una volta nella storia del paese, nel lontano 1966. Chi c’era ha potuto apprezzare una Kerber in versione 2016, perfetta dal primo all’ultimo punto. La Osaka l’aveva battuto lo scorso anno allo Us Open, ma da allora “Angie” ha vinto tre volte su tre, senza mai cedere un set, firmando la tripletta con un comodo 6-2 6-4. Era uno dei match più attesi del giorno, e la tedesca l’ha risolto in appena 63 minuti, non concedendo nemmeno una palla-break e chiudendo con 23 colpi vincenti e appena 5 errori gratuiti. Numeri da fantascienza che nel circuito femminile possono appartenere solo a lei, e la dicono lunga sulla condizione che ha saputo trovare dopo aver rischiato qualcosa al secondo turno, contro la diciottenne statunitense Claire Liu. Un bel messaggio per tutte le avversarie rimaste nella parte alta del tabellone: dall’alto verso il basso Hsieh, Cibulkova, Ostapenko, Sasnovich, Van Uytvanck, Kasatkina e Bencic.
FAVORITA NELLA PARTE ALTA
“È stato importante riuscire a imporre il mio gioco sin dall’inizio – ha detto la Kerber in conferenza stampa – e avere l’inerzia del match nella mia metà campo. Credo che il punteggio non dica quanto il match sia stato delicato. Ci sono stati davvero tanti game complicati, e penso che la chiave dal mio punto di vista sia stata il servizio. Ho servito bene per tutto l’incontro, e questo mi ha aiutato a comandare gli scambi. Ma la mia avversaria non ha mai mollato e mi è sempre stata appiccicata, specialmente nel secondo set”. La sicurezza con cui ha tenuto la Osaka a distanza di sicurezza è molto incoraggiante in vista dei suoi prossimi impegni, il primo contro una rediviva Belinda Bencic, di nuovo alla seconda settimana di un torneo del Grande Slam per la prima volta dall’Australian Open 2016. Il bilancio nei match ufficiali fra la 21enne svizzera e la Kerber dice 3-0 per la più giovane, con la tedesca che ha trovato una parziale rivincita a gennaio alla Hopman Cup. Ma non abbiamo mai giocato sull’erba – ha precisato –, quindi sarà una sorta di prima volta. È un’avversaria molto pericolosa, che serve bene, gioca piatto e non avrà nulla da perdere. In più le piace giocare sull’erba. Non sarà facile affrontarla, ma so cosa aspettarmi”. Un monito che sa di sicurezza e fiducia, fattori necessari per provare ad andare in fondo ai Championships come nel 2016, quando solo una grande Serena Williams riuscì a fermarla. Sulla carta, è lei la favorita per arrivare in finale nella parte alta del tabellone, anche se i giornalisti sono stati piuttosto clementi, limitandosi a una sola domandina. La risposta? Più che scontata: “preferisco guardare partita dopo partita, ogni singolo giorno. Bisogna essere pronte per qualsiasi partita, perché il livello è simile da parte di tutte. Mi concentro solo su me stessa”. Sarà anche vero, ma con un tabellone simile come si fa a non guardare lontano?
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