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Murray tornerà sull'erba... o prima?

Mentre Boris Becker sostiene che il tennis senza Andy Murray “non è più lo stesso”, lo scozzese sta lavorando in gran segreto per tornare in attività: viene da una serie di settimane in palestra, mentre riprenderà in mano la racchetta a fine mese. Probabilmente tornerà al Queen's, ma non è da escludere un rientro sulla terra battuta.

Ospite ai Laureus Awards, dove Roger Federer ha intascato altre due statuette, Boris Becker ha sorpreso un po' tutti parlando di Andy Murray. L'ex campione tedesco ha detto che il tennis non è più lo stesso senza la scozzese. Un attestato di stima importante, soprattutto se arriva da chi ha allenato il suo principale rivale nel triennio tra il 2014 e il 2016. Attualmente Murray sta recuperando dall'operazione all'anca, scelta inevitabile dopo essersi preso sei mesi di pausa, che non sono serviti a eliminare il dolore. È arrivata qualche novità sul processo di recupero: secondo le ultime indiscrezioni, tornerà a colpire la palla verso fine marzo, con l'idea di tornare a giocare a maggio o a giugno. La differenza è sostanziale: maggio vorrebbe dire giocare sulla terra battuta, mentre un rientro direttamente a giugno significherebbe ripartire dall'erba, laddove si è tolto le soddisfazioni più importanti. “Il tennis ha bisogno di Murray, non è lo stesso senza di lui – ha detto Becker da Monte Carlo – ha avuto questo problema all'anca e si è fermato quando era numero 1 del mondo. È l'ultima cosa che vuoi che succeda. Si tratta di un infortunio grave, non sono il suo dottore e non sono in grado di darvi dettagli sull'intervento o sulle operazioni a cui si è sottoposto, ma ho sentito che starebbe pensando di tornare per la stagione sull'erba, perché è un po' più semplice per l'anca”. Solitamente, Murray approccia i prati con il torneo del Queen's: quest'anno l'evento si giocherà dal 18 al 24 giugno. In fondo, era questo l'obiettivo dichiarato di Andy da quando si è sottoposto all'intervento in artroscopia lo scorso 8 gennaio, a Melbourne.

SILENZIO SOCIAL
Secondo fonti interne alla sua compagnia di management, “77”, Murray ha lavorato intensamente in palestra presso l'All England Club per qualche settimana, alternando sessioni di versaclimber (una macchina che simula un'arrampicata) con cyclette e pesi. Inoltre ha effettuato un po' di pilates per mantenere flessibilità e stabilità. Come detto, Andy punta a tornare sul campo in circa 3-4 settimane, magari in un clima migliore come quello della Florida, dove trascorre buona parte dei periodi di preparazione. Non è da escludere che possa tornare a giocare a maggio sulla terra battuta, un po' come successo l'anno scorso a Petra Kvitova. Anche se i due hanno avuto problematiche ben diverse, le tempistiche sono simili: allo scopo di non arrivare impreparata sull'erba (dove si trova più a suo agio), la ceca ha anticipato il suo ritorno al Roland Garros. Nel caso di Murray, va detto che storicamente la terra battuta gli crea più dolori e fastidi rispetto alle altre superfici. E l'anca, si sa, è una parte del corpo molto delicata. Lo sta dimostrando Rafael Nadal, che non ha ancora recuperato al 100% dall'infortunio patito in Australia e ha dato forfait in extremis ad Acapulco. Nelle scorse ore, lo spagnolo si è sottoposto a risonanza magnetica e ha fatto sapere, tramite i social network, che avrà bisogno di altri test per comprendere l'entità dell'infortunio. A proposito di social network, quelli di Andy Murray sono in silenzio ormai da tempo: lo scozzese non aggiorna il suo profilo Instagram dall'8 gennaio (giorno dell'operazione), mentre è più attivo su Twitter. A parte una serie di re-tweet, i suoi ultimi messaggi erano i complimenti per Cameron Norrie e le sue buone performance in Coppa Davis, contro la Spagna. Neanche una riga sul suo processo di recupero.

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