Seduta in un bar a Miami, in abbigliamento casual – e persino sexy – Andrea Petkovic è entrata in una dimensione parallela, fino quasi a piangere, perché aveva letto le prime pagine di “Roman Lincolm in the Bardo”, il romanzo di George Saunder, in cui si parla del lutto di Abraham Lincoln per la morte del figlio 11enne Willie. Non è una vicenda romanzata. Lo ha raccontato lei nella sua rubrica, pubblicata ogni lunedì dal Suddeutsche Zeitung e di cui vi abbiamo già parlato. “Il mio articolo esce ogni settimana, è difficile da spiegare – ha raccontato la tedesca – parlo di cinema o qualcosa del genere: prendo un film e ne parlo, trovando una connessione con la mia vita. È più semplice leggerlo che spiegarvi di cosa si tratta”. Basta questo aneddoto per capire che ci troviamo di fronte a una figura diversa, nell'ovattato mondo del tennis. Messi da parte gli ardori di inizio carriera (la Petko-Dance, il canale Youtube “Petkorazzi”), dai quali emergeva comunque una personalità fuori dagli schemi, lo scorrere del tempo e gli ostacoli affrontati hanno fatto emergere tutta la la cerebralità della tedesca, tornata alla ribalta proprio al Roland Garros, laddove quattro anni fa aveva ottenuto il suo miglior risultato, la semifinale persa contro Simona Halep. Grazie alle vittorie contro Kristina Mladenovic e Bethanie Mattek Sands si è riscoperta tennista di alto livello, e sabato sfiderà di nuovo Simona Halep in un affascinante deja-vu. Sarà ancora più sfavorita rispetto a quattro anni fa, ma tenere una racchetta in mano è restrittivo, persino limitante, per Andrea Petkovic. Si è parlato poco di tennis nella conferenza stampa dopo la partita. Chi conosce Andrea, non è rimasto sorpreso. Parlare con lei è come immergersi in un mondo parallelo, ben diverso rispetto a quello che troviamo nell'ambiente racchettaro. E allora, le sue opinioni sul torneo si limitano a un paio di battute. “In una scala da 1 a 10, la mia felicità si può valutare 8. La Halep? In passato abbiamo avuto alcuni match equilibrati, in cui ho perso per un soffio. Parlerò con il mio coach per studiare una strategia e magari guarderò qualche video per cercare di capire se dovrò fare qualcosa di nuovo o diverso”.