Riccardo Bisti
08 August 2018

Alize e il “vizietto” di battere le più forti

Diciassettesima vittoria contro una top-10 per Alize Cornet. Il sorteggio di Montreal le aveva messo contro le due finaliste di Wimbledon, ma poi è arrivato il forfait di Serena Williams. Si è meritata la fortuna lasciando cinque game ad Angelique Kerber, raccogliendo un buon numero di punti a rete. Un mese fa ha cambiato coach.

Quanto può influire un coach? La domanda è sempre in voga, ma sembra trovare buone conferme osservando le ultime settimane di Alize Cornet. Messi alle spalle i problemi dei mesi scorsi, con la presunta violazione delle norme antidoping che – per sua fortuna – si è risolta con un nulla di fatto, ha scelto di aggiungere al suo team un buon allenatore come Simon Goffin, fratello maggiore del top-10 belga. Fino a qualche tempo fa, la Cornet era allenata esclusivamente dal fidanzato Michael Kuzaj. A seguirla a Montreal, per la versione femminile della Rogers Cup c'è proprio Kuzaj, ma da quando Goffin siede al suo angolo le cose sono cambiate in meglio. Per esempio, un paio di settimane fa è tornata a vincere un torneo WTA dopo un lungo digiuno. Si era presentata in Canada senza particolari ambizioni, soprattutto dopo aver visto il tabellone: al primo turno avrebbe dovuto affrontare Serena Williams per poi pescare Angelique Kerber. “Serena e poi Kerber: che fortuna..” ha detto la francese, che invece ha centrato un posto negli ottavi grazie al forfait della Williams, che ha scelto di non andare in Canada per trascorrere più tempo con la famiglia (il suo posto in tabellone è stato preso da Tatjana Maria), e al bel successo sulla Kerber. Per la tedesca, recente vincitrice a Wimbledon, era il primo match dopo la sbornia londinese. Si è visto. D'altra parte, il gioco della Kerber è ben noto: può essere molto efficace, quasi frustrante per le avversarie, però richiede una condizione psicofisica ideale. Evidentemente “Angie” si è concessa qualche sfizio e un po' di vacanza dopo Wimbledon, perché quella vista a Montreal non era neanche lontana parente della giocatrice di un mese fa. È finita 6-4 6-1 e si sono viste tutte le lacune di una Kerber poco allenata e un po' svogliata.

KERBER A SPRAZZI
Da parte sua, la Cornet ha giocato con grande attenzione, cercando spesso il colpo vincente e mostrando buone soluzioni. A Montreal – che si trova nella parte francofona del Canada – si trova benissimo, come aveva dimostrato al primo turno contro la Maria, scherzando e ballando con il pubblico durante l'interruzione per pioggia di lunedì sera. Lo ha confermato mercoledì mattina, sotto un cielo pieno di nuvole che avrebbe fatto cadere le prime gocce già durante il match successivo. La Cornet è stata al massimo n.11 WTA, nel 2009, ma vanta parecchie vittorie di prestigio: in carriera ha battuto per diciassette volte una top-10. Aveva già superato la Kerber l'anno scorso a Pechino, ma era una Kerber diversa. Quest'anno, la tedesca è tornata ai suoi massimi livelli e aveva perso al primo turno soltanto in un'occasione, a Maiorca. In Canada si è espressa solo a sprazzi. Dopo un inizio difficile (sotto di due break) si era riavvicinata alla francese, mostrando un linguaggio del corpo decisamente positivo. Tuttavia, non ha saputo trasformare i momenti positivi in veri punti di svolta. Da parte sua, Alize ha espresso un tennis vario e intelligente. Consapevole di non poter palleggiare troppo a lungo, si è spesso presentata a rete e ha giocato buone volèe. La Kerber ha esagerato nel giocare la smorzata, senza mai mettere davvero in difficoltà l'avversaria. Alla fine la Cornet ha tirato una ventina di colpi vincenti (non male, visto che non è certo una giocatrice potente). Sul 6-4 4-1, la Kerber ha provato a fare del suo meglio, ma un game eterno ha consegnato l'ennesimo break alla Cornet. La tedesca ha giocato in “sciolta” l'ultimo game, azzeccando un paio di buoni vincenti, ma ormai il match era segnato. Negli ottavi, Alize se la vedrà con Ashleigh Barty. Numero 34 WTA, si è messa in buona posizione per ottenere una testa di seria allo Us Open.

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