La prima tennista a fare pubblicità ad Airbnb è stata Daria Kasatkina, pochi giorni fa, durante il Roland Garros. Aveva prenotato la sua permanenza a Parigi tramite il famoso portale, inaugurato nel 2007 da Brian Chesky, Joe Gebbia e Nathan Blecharczyk. La loro fu un'intuizione geniale: eliminarono il principio secondo cui l'hotel è l'unico sistema per alloggiare lontano da casa. Chiunque può mettere a disposizione uno spazio, da una stanza fino a... un castello. Per la sua permanenza al Roland Garros, la russa scelse un appartamento da condividere con il suo team. Era prenotato fino al lunedì della seconda settimana, ma il piazzamento nei quarti l'ha messa in difficoltà, dovendosi spostare all'improvviso in hotel. Ma se persino una giocatrice di livello utilizza Airbnb, figurarsi gli appassionati. A maggior ragione a Londra, durante Wimbledon: i Championships non sono soltanto un torneo, ma rappresentano un luogo di pellegrinaggio, simboleggiato dalla mitica “queue”, con migliaia di appassionati appollaiati in tenda, ogni notte, in attesa di aggiudicarsi l'agognato biglietto. Ma prima di arrivare alla coda, bisogna trovare un alloggio. Visto che i prezzi londinesi sono piuttosto alti, Airbnb sta facendo affari d'oro e consente di fare una “geografia” degli appassionati, rivelando chi sono i più ottimisti... e i più sfiduciati. Secondo gli ultimi dati, Airbnb accoglierà circa 80.000 appassionati da tutto il mondo. I “padroni di casa”, in cambio delle chiavi delle loro proprietà, muoveranno un giro d'affari enorme. Per intenderci, un paio di milioni di sterline al giorno. Durante il torneo, la tariffa media nei pressi di Church Road sarà di circa 100 sterline.