AUSTRALIA NEL CUORE
“Potrei dire che vengo dall'Australia, ma che sono anche mezzo giapponese” diceva Akira qualche mese fa. Un modo gentile per far capire che la scelta di papà non gli era andata a genio. Lui si sente australiano, anche se il suo tennis non è esattamente nel solco della traduzione aussie. E così, durante Wimbledon, si è imposto e ha scelto di tornare all'ovile. “Ho giocato per il Giappone nell'ultimo anno e mezzo (in realtà sono due e mezzo, ndr) – ha detto dopo il successo a Winnetka – ma sento di essere soprattutto australiano. Sono cresciuto in Australia e parlo meglio l'inglese. Il giapponese è la mia prima lingua, ma la maggior parte dei miei amici sono australiani e mi sento più a io agio così. Ho preso la decisione a Wimbledon e ne sono pienamente convinto”. Noi lo abbiamo visto giocare l'anno scorso al Challenger di Manerbio: a parte il rovescio a una mano, non così usuale al giorno d'oggi, sembrò ancora un po' acerbo e perse subito contro Filip Krajinovic. Era una delle sue prime esperienze Challenger dopo tanti successi nei tornei Futures. A giudicare dai risultati, c'è voluto poco per effettuare il salto di qualità. Akira è seguito come un'ombra da coach Ricardo Sanchez, mano esperta, tornato nel circuito maschile dopo le importanti esperienze con Jelena Jankovic (portata al n.1 WTA), Nadia Petrova e la parentesi con Caroline Wozniacki. Hanno fatto base ad Almeria, poi a Benidorm (laddove Gianni Bugno vinse una splendida edizione dei Mondiali di ciclismo), adesso a Bangkok. Numero 160 ATP, sta crescendo in fretta e si è improvvisamente trovato in lotta per le Next Gen Finals di Milano. Difficilmente ce la farà, ma gli australiani sono contenti lo stesso. D'altra parte, si stanno specializzando in talenti d'importazione. Popyrin ha origini russe e ha passato tanti anni in Spagna, così come De Minaur, che è australiano principalmente per l'incuria della federazione spagnola. Senza dimenticare Daria Gavrilova, sulle cui spalle si appoggeranno le speranze del tennis femminile dopo il ritiro di Samantha Stosur: “Dasha” ha scelto l'Australia ma è russa.