Statistiche web

12 giorni per Roma, le telefonate di Djokovic...

Roma chiude i battenti e regala il titolo a due giovanissimi: Zverev e Svitolina hanno 42 anni in due. Binaghi svela i progetti per la crescita del torneo, Djokovic svela l'accordo con Agassi, la Svitolina svela i suoi tatuaggi. La serietà (eccessiva?) di Zverev.
E' stato il gran giorno di Alexander Zverev ed Elina Svitolina, ma l'ultima domenica degli Internazionali BNL d'Italia è tradizionalmente destinata al bilanci, alle riflessioni, ai progetti. Numeri alla mano, il torneo ha resistito alle assenze di Federer e Schiavone: il numero complessivo di spettatori ha superato le 220.000 unità (per l'esattezza, 222.425), mentre l'incasso ha sfondato il muro dei 12 milioni di euro. Le problematiche maggiori sono arrivate da un paio di mancati introiti: 700.000 euro dalla discoteca Ballroom e 800.000 di diritti TV, non onorati dei cinesi che avevano acquistato i diritti (ATP Media sta cercando di recuperarli). “Questi elementi ci hanno fatto capire che il torneo può sostenersi anche senza eventi collaterali” ha detto Angelo Binaghi (nella foto in alto, di Antonio Costantini / FIT) durante la conferenza di fine torneo. Il presidente FIT ha toccato una serie di punti chiave, anche in chiave futura. Il più significativo riguarda il possibile upgrade per il 2019. Qualche giorno fa, Chris Kermode si era appellato al Quinto Emendamento per non rispondere alla domanda sul dualismo Madrid-Roma. Binghi la pensa così: “L'auspicio è avere un torneo allungato a 12 giorni: con le pre-qualificazioni si potrebbe arrivare a una grande festa del tennis della durata di tre settimane”. Nell'ottica di un ingrandimento della sede, ha detto che si potrebbe puntare all'area delle piscine, pur tenendo conto che l'impianto è proprietà del CONI ed è utilizzato dalla FIN. “Ma con buona volontà e prospettive, non penso che sia un peccato sognare”. Roma ha buone frecce al suo arco, mentre Madrid – in questo momento – vanta un montepremi e un “financial committment” superiore: ad oggi, siamo a oltre 12 milioni contro i 7,5 di Roma. Binaghi ha assicurato che tale gap è assolutamente colmabile “anzi, sarebbe un piccolo investimento per il raggiungimento di un grande sogno”. Foriero di ulteriori risorse, aggiungiamo noi. Secondo il presidente FIT, il fatto che Madrid abbia un torneo Mandatory contro il Premier 5 di Roma non rappresenta un problema: “Se arriverà l'upgrade del maschile, credo proprio che il femminile verrà di conseguenza”. Ma cosa succederà, nel concreto? Le opzioni di crescita sono due: Roma che si estende a due settimane, proprio come Indian Wells e Miami, oppure a 12 giorni, con la finale di Madrid collocata al mercoledì: a questo punto, Roma inizierebbe subito dopo. Pronostico? Secondo noi andrà a finire proprio così: pari e patta. In assenza di fatti nuovi e clamorosi, l'abile Chris Kermode si guarderà bene dallo scontentare due dei tornei più interessanti del tour.

IL SUD ITALIA – Con Roma per il centro, le Next Gen Finals di Milano per il nord, che sarà del meridione tennistico? L'idea di Binaghi è di emulare gli Stati Uniti, dove la Florida è un po' il cuore pulsante del tennis. “L'auspicio è creare strutture dove si possano allenare alcuni dei nostri migliori giovani. Vorrei un miglioramento dell'impiantistica e, magari con il supporto di alcuni circoli di importanza e prestigio, arrivare a organizzare un ATP 250”.

ROMA STILE RYANAIR – Tra circa un mese scatterà la biglietteria per gli Internazionali 2018. Inizialmente il costo dei biglietti resterà invariato, poi sarà adottata una nuova strategia. Il costo dei tagliandi sarà modellato in base alla richiesta, oscillando come accade per l'acquisto online dei biglietti di diverse compagnie aeree.

PRE-QUALI IN OGNI CIRCOLO –
Dalle regioni, alle province, ai circoli. Le pre-qualificazioni per gli Internazionali 2018 coinvolgeranno ogni circolo italiano. L'obiettivo è aumentare di circa 10.000 unità il numero dei partecipanti, che quest'anno si è attestata intorno a 16.000. Qualche addetto ai lavori si era lamentato delle modalità di distribuzione delle wild card, soprattutto in campo femminile, laddove non abbiamo (ancora) giocatrici pronte per il main draw. Forse sarebbe meglio limitarsi a inviti per le qualificazioni. “Valuteremo questa proposta, ma in linea di massima penso che almeno una wild card per il main draw ci debba essere – ha detto Binaghi – se si decide di concedere un sogno, è giusto che il punto d'arrivo sia la possibilità di sfidare le più forti del mondo”. A proposito di pre-quali, la wild card per le Next Gen Finals sarà assegnata da un torneo con i nostri migliori otto under 21, previsto presso lo Sporting di Milano 3.

LE TELEFONATE DI DJOKOVIC –
La notizia era già trapelata durante la finale, poi Djokovic l'ha ufficializzata. Al Roland Garros sarà accompagnato da Andre Agassi. I due hanno parlato telefonicamente per un paio di settimane, ma tanto è bastato al serbo per avvertire sensazioni positive. “Siamo impazienti di tentare questa esperienza, anche se non abbiamo progetti a lungo termine. Ho grande rispetto per lui come persona e come giocatore. Anche se è assente dal tour da 10 anni, è molto aggiornato e conosce i giocatori. Poi è una persona umile ed educata. Può dare una mano alla mia vita, nel suo complesso”. Djokovic conosceva meglio Boris Becker: lo aveva incontrato nel tour, poi ci aveva parlato al telefono e, dopo un ulteriore incontro, decise di iniziare il progetto. “Non conosco così bene Agassi. E' un grande personaggio, ha rivoluzionato il tennis, per questo credo che sarà molto interessante. Come ho fatto a convincerlo? L'ho persuaso, ma non vi svelerò i segreti della mia persuasione!”.
APPLAUSI PER DJOKOVIC, NON PER ZVEREV – Dopo la finale (dove in tribuna c'era il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella), Djokovic ha convocato immediatamente la sua conferenza stampa. Il serbo ha parlato mentre rimbombava ancora la musica da discoteca. Ha iniziato parlando a mitraglia, come se volesse sbrigarsi in fretta. Ma poi si è sciolto e, a fine conferenza, qualche presente ha abbozzato un timido applauso. Una discutibile tradizione vuole che il vincitore del torneo venga salutato da un applauso, prima o dopo la sua ultima conferenza. Diciamo che nessuno si è spellato le mani per celebrare Alexander Zverev.

SASCHA, HAI VINTO PER DAVVERO? -
Oh, a vedere la faccia di Zverev, non sembrava che avesse appena vinto il suo primo Masters 1000. Per fortuna c'era il trofeo accanto a lui. Anche stavolta – come vi avevamo già segnalato – ha sottolineato (stavolta a una giornalista giapponese) che una domanda gli era già stata fatta (“Ti aspettavi un successo del genere a inizio settimana?”). Più in generale, da buon tedesco, Zverev approccia ogni impegno con teutonica freddezza. Ecco alcune delle sue frasi più interessanti, non memorabili. “Al sorteggio scelto di rispondere perché immaginavo che potesse regalarmi qualche errore gratuito prima di prendere il ritmo. Ero in fiducia con il mio servizio, quindi il problema era brekkarlo. Direi che ha funzionato”. Sul rapporto con Djokovic: “Mi conosce da quando ha 4 anni, è uno dei ragazzi più simpatici del tour, a fine partita mi ha augurato buona fortuna, e io ho fatto altrettanto con lui”. Prima ha detto che le sue chance per il Roland Garros sono poco più di “zero”, ma poi....”Il favorito è Rafa Nadal, di gran lunga. Poi stanno giocando bene Djokovic e Thiem. Io ho vinto qui: non vorrei sembrare quello che si mette tra i favoriti, però credo di dovermi inserire nella lista”. Sascha riesce ad essere razionale anche quando parla di sé da bambino. “Quando avevo 11-12 anni sognavo di vincere tutti gli Slam, poi ho iniziato ad essere realista quando ne avevo 16, ma arrivare tra i top-10 a vent'anni appena compiuti...no, non me lo aspettavo”.
ELINA E LA FORTUNA – Il titolo femminile è andato a Elina Svitolina: in semifinale ha usufruito del ritiro di Garbine Muguruza, mentre in finale c'è stata la storta alla caviglia di Simona Halep. “Fortuna? Credo di essere una persona fortunata in generale, ma penso che meritassi di essere qui. Sono orgogliosa di come ho gestito i momenti di tensione. Avevo bisogno di dimostrare che ci sono, che sono pronta a vincere un torneo così importante. Credo sia uno dei tre giorni più belli della mia carriera insieme alla vittoria a Dubai e alla partecipazione alle Olimpiadi”. Va detto che Elina si era procurata un piccolo infortunio all'inguine nei quarti, ma la presenza in loco del suo fisioterapista l'ha aiutata a recuperare in tempo.

CHI E' FAVORITA PER PARIGI? BOH! - In questo tennis femminile senza padroni, è inevitabile domandarsi chi siano le favorite per Parigi. Quando hanno chiesto alla Halep se si sente ancora favorita, la risposta è stata tranciante: “no!”. E ha concluso: “Ci sono 15 giocatrici che possono vincere il torneo”. Più articolato – e interessante – il ragionamento della Svitolina, che si prenderà due giorni di riposo prima di tornare ad allenarsi mercoledì. “Non posso fare nomi, perché dipenderà anche dalle condizioni del campo. Piovesse per un paio di giorni, i campi pesanti aiuterebbero chi picchia duro. Io spero che i campi siano asciutti e permettano di giocare al massimo con uno stile da terra battuta. Poi c'è molta pressione...non c'è un solo nome che io possa indicare come favorita”. Dopo la restaurazione Williams a Melbourne, ci attende lo Slam più incerto degli ultimi anni?

L'AMOR PATRIO E I TATUAGGI DELLA SVITOLINA – Quando hanno chiesto a Elina Svitolina se ambisce a diventare come i fratelli Klitschko, la Regina di Roma si è lanciata in una considerazione a più ampio respiro. “Sono ancora molto lontana da raggiungere la loro popolarità, ma uno dei due adesso è sindaco di Kiev e attira molti commenti critici. Spero di non seguirlo in questo senso! Sono molto orgogliosa di rappresentare l'Ucraina, perché molti dei nostri sportivi cambiano passaporto, prendendo quello russo o kazako per avere migliori strutture e vantaggi economici. So quello che passano gli atleti ucraini, costretti ad allenarsi in strutture non sempre all'altezza”. Ha poi spiegato il significato dei suoi due tatuaggi. Uno è un segno indiano, “Om”, che significa un mucchio di cose. L'altro, più comprensibile, è il canonico “Carpe Diem” “Ma mi sta andando via!” ha detto Elina.

LA CAVIGLIA DELLA HALEP – Una storta alla caviglia destra ha impedito a Simona Halep di esprimersi al meglio. Il problema è sopraggiunto nel primo set, ma si è acuito sul 5-3 del secondo set. “In quel momento mi sono fasciata e non volevo peggiorare la situazione. Non amo mollare i match in corso, volevo vincere il secondo set ma non ce l'ho fatta. Da quel momento in poi, è andato tutto peggio. Ho ancora dolore, fatico a camminare. Adesso andrò a casa a effettuare una risonanza magnetica. Credo che una settimana sia sufficiente per recuperare”. Stavolta il berretto a coprire il volto lo indossava lei, ma non era di cattivo umore. Quando l'addetta WTA, a fine conferenza, ha chiesto se ci fossero altre domande, ha esclamato un sonoro “NO”. Ma lo ha fatto col sorriso, prima di concedersi alla troupe di Dolce Sport, l'emittente rumena che detiene i diritti del torneo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA